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24/12/11

Fagiano "Don Giovanni" al profumo di erbe e salsa al marzemino

Portata: Secondo piatto

Collezione: Ricette da leggere

Fagiano "Don Giovanni"
al profumo di erbe e salsa al marzemino

Difficoltà: Media

Ingredienti per per 4 persone:
  • 1 fagiano
  • 4 fette sottili di lardo
  • Sedano [in brunoise]
  • carote [in brunoise]
  • cipolle [in brunoise]
  • 2 dl marzemino
  • 1 dl fondo bruno
  • sale
  • pepe nero
  • erbe aromatiche
  • poco burro
Preparazione:

  1. Salare, pepare e profumare l’interno del fagiano con le erbe aromatiche; ricoprirne il petto con le fettine di lardo.
  2. Legarlo. Arrostirlo in forno a 200° per 20 minuti circa.
  3. Separare il busto dalle cosce.
  4. Conservare il busto in luogo caldo e proseguire la cottura delle cosce per 20/30 minuti, unendo le verdure. Conservare in caldo.
  5. Sgrassare con il vino il fondo di cottura rimasto. Ridurre della metà e unire il fondo bruno. Filtrare.
  6. Trinciare la carne ricavandone 8 pezzi: 4 dal busto e 4 dalle cosce.
  7. Montare la salsa ben calda con una noce di burro freddo e verificarne il sapore. Servire la carne con la salsa a parte.


Nota:

DON GIOVANNI
Versa il vino
[Leporello versa il vino nel bicchiere]
Eccellente Marzemino!
LEPORELLO [a parte]
Questo pezzo di fagiano
piano piano vo’ inghiottir.
DON GIOVANNI
Sta mangiando quel marrano;
fingerò di non capir.


Don Giovanni, musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Lorenzo Da Ponte, atto II, scena XVII

La scena del convito nel Don Giovanni di Mozart è forse uno dei momenti più famosi del teatro operistico. La storia di Don Giovanni è universalmente nota: libertino e donnaiolo per antonomasia, Don Giovanni è anche responsabile di atti efferati come l’assassinio del Commendatore, padre di Donna Elvira, una delle giovani cadute nella rete del seduttore. Quando Don Giovanni si imbatte nel monumento funebre del Commendatore, in spregio alla giustizia umana e divina, lo invita a cena. Pur dichiarando che “non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste”, il “convitato di pietra” si presenterà puntualmente per rispettare l’invito, suscitando meraviglia nello stesso Don Giovanni [“non l’avrei giammai creduto”]. Prima del tragico finale, in cui l’insolito ospite trascinerà il malfattore tra le fiamme dell’inferno, l’allestimento del banchetto è un ultimo assaggio della giocosa irriverenza del protagonista. Anche il servo Leporello, che tra poco sarà in preda al più nero terrore, approfitta della situazione per godersi il buon cibo e mangiare di nascosto un po’ di cacciagione: l’ottimo fagiano è accompagnato da vino Marzemino, un rosso del Trentino, e dalla musica di un gruppo di suonatori ingaggiati dal padrone di casa. Il sapore della cacciagione, il profumo del vino, la suggestione della musica potrebbero far pensare ad un finale diverso: e se il “convitato di pietra” avesse fatto la sua minacciosa apparizione per poi sedersi a tavola e cedere ingolosito alla tentazione di un piatto pronto prelibato?

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