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16/01/12

New York Cheesecake

New York Cheesecake

Portata: Dessert

Difficoltà:Medio/Facile
New York Cheesecake

Origine: Stati Uniti

Nota:
Il New York Cheesecake, è un dolce tipico della tradizione americana, per la precisione di New York. Il cheesecake è preparato con crema fresca di formaggio, e si ritiene che abbia antichissime origini greche; infatti la prima traccia di cheesecake di cui si abbia notizia si ha nel 776 a.C. nell’isola di Delos, in Grecia, come dolce servito agli atleti nei primi giochi olimpici della storia. I romani, esportarono dalla Grecia la ricetta del cheesecake, che si propagò in tutta Europa, e secoli dopo apparve in America con la ricetta portata dagli immigrati. Nel 1872 un lattaio americano di nome James L. Kraft, nel tentativo di ricreare il formaggio francese Neufchatel, incidentalmente (buon per lui!) inventò il formaggio fresco pastorizzato che poi chiamò Philadelphia, e nel 1880 cominciò la grande diffusione di questo prodotto e il suo utilizzo per la preparazione della moderna cheesecake. Oggi, i migliori produttori di cheesecake, secondo quanto affermano gli stessi americani, si trovano a New York.

Ingredienti per una tortiera di 24 cm di diametro

Per il fondo:
  • 250 gr biscotti Digestive
  • 150 gr burro
  • 2 cucchiai zucchero di canna
Per la crema:
  • 20 gr amido di mais [maizena]
  • 1/2 limone [il succo]
  • 100 ml panna fresca
  • 600 gr Philadelphia
  • 2 Uova intere e 1 tuorlo
  • 1 bustina Vanillina
Per la copertura:
  • 200 ml panna acida o Sour cream o Crème fraiche
  • 1 bustina Vanillina
  • 1 cucchiaio Zucchero a velo
Preparazione

Per il fondo:
  1. Mettete i biscotti digestive nel mixer, aggiungendo lo zucchero di canna, quindi sminuzzateli finemente.
  2. Ponete il burro a sciogliere in un pentolino; nel frattempo mettete i biscotti sminuzzati in una ciotola e aggiungete a poco a poco il burro sciolto amalgamando per bene il tutto.
  3. Imburrate una tortiera, meglio se a cerchio apribile, del diametro di 22-24 cm; ritagliate un disco di carta forno dello stesso diametro del fondo della tortiera e due strisce della stessa altezza dei bordi, quindi foderate la tortiera stessa.
  4. Versate il composto di biscotti sul fondo e sui lati della tortiera livellando bene il composto aiutandovi con un cucchiaio.
  5. Mettete la teglia nel frigo per un’ora [o per fare prima nel freezer per mezz’ora].
Per la crema:
  1. Preriscaldate il forno a 180 gradi. Ponete in una capace bacinella le uova, la vanillina e lo zucchero e sbattete il composto affinchè diventi omogeneo.
  2. Aggiungete poi il formaggio [se volete un cheesecke più alto, potete aggiungere fino a 150 gr di Philadelphia in più], amalgamandolo bene fino a che diventi ben cremoso e privo di grumi.
  3. Aggiungete al composto, sempre mescolando, il succo di limone, la maizena, due bei pizzichi di sale ed in ultimo senza però montarla, la panna, continuando ad amalgamare tutto insieme.
  4. Versate la crema ottenuta nella tortiera che avrete tolto dal frigorifero [o dal freezer] , livellatela e infornate a 180° per 30 minuti, poi abbassate la temperatura a 160° per altri 30-40 minuti.
  5. Se dopo i primi 30 minuti vi accorgete che la superficie del cheesecake comincia a scurirsi, troppo potete metterci sopra un foglio di carta stagnola.
  6. A cottura avvenuta, spegnete il forno, e lasciate riposare il cheesecake per 30 minuti nel forno spento e con la porta leggermente aperta.
Per la copertura:
  1. Quando il cheesecake sarà ben freddo, mischiate la panna acida con i due cucchiai di zucchero e la bustina di vanillina; versate il composto sul cheesecake e spalmatelo sulla superficie della torta.
  2. A questo punto potete optare per due scelte:
  3. Mettere il cheesecake in forno a 180-190° per 5 minuti in modo da glassare la panna, dopodichè , una volta freddo, riporlo nel frigorifero, per almeno 6 ore
  4. Riporre il dolce direttamente in frigorifero.
  5. La soluzione ottimale, sarebbe quella di preparare il cheesecake la sera prima del consumo e lasciarlo nel frigorifero tutta la notte.
  6. Il New York Cheesecake si può gustare semplicemente così, come viene sfornato, oppure accompagnato da una varietà di salsine, frutta e sciroppi. Generalmente si serve con una salsa di fragole (ottenuta facendo frullare delle fragole con zucchero e limone) o di cioccolato. Ottima anche la gelatina oppure frutti di bosco o del caramello.
Consiglio:
  1. Il primo consiglio da seguire per una riuscita ottimale del cheesecake, è quello di usare assolutamente per la preparazione della crema il formaggio Philadelphia
  2. Mentre per il fondo usate solo biscotti digestive, meglio se della marca McVitie’s, che potrete facilmente reperire nei grandi supermercati.
  3. E' bene sapere, inoltre, che è meglio non aprire il forno prima di 30-40 minuti dall’inizio della cottura, per evitare rovinosi “afflosciamenti” del cake.
Curiosità:
  1. La panna acida, in America chiamata Sour Cream, si può trovare in qualche supermercato più fornito, nel banco frigo, anche con il nome di Crème fraiche (di origine francese). Se non trovate la panna acida, potete tentare di farla da voi mescolando del mascarpone col succo di limone e facendo poi riposare il composto per due ore in un posto tiepido (o sul termosifone). Un modo più veloce e alternativo, è quello di aggiungere un vasetto di yogurt denso [volendo anche un cucchiaio di succo di limone] a 200 gr di panna fresca montata e lasciare riposare per qualche minuto.
  2. Ogni fetta del cheesecake dovrebbe essere tagliata, come fanno a New York, col "dental floss", cioè con il filo interdentale.

Acquacotta maremmana e minestra di sassi

Acquacotta maremmana e minestra di sassi

Portata: Primo piatto

Collezione: Ricette da leggere

Collezione: Ricette da guardare
Acquacotta maremmana
 Difficoltà: Facile

Origine: Toscana

Ingredienti per 4 persone:
  • 30 cc olio extravergine di oliva
  • 1 spicchio d’aglio
  • 3 costole di sedano
  • 2 cipolle
  • 500 gr di pomodori pelati
  • 1 peperoncino piccante
  • sale
  • 8 fette di pane toscano
  • 4 uova
  • 60 gr formaggio pecorino stagionato [grattato]
Acquacotta maremmana
 Preparazione:
  1. Comincia con lo sbucciare le cipolle, poi lava il sedano, togli i fili più duri e fallo a cubetti piccolini insieme alla cipolla. Spezzetta anche i pomodori pelati.
  2. In una casseruola o in una pentola di ghisa capiente fai colorire uno spicchio d’aglio, sbucciato e leggermente schiacciato, con 4 cucchiai d’olio, quindi aggiungi le verdure già fatte a cubetti, il peperoncino, i pomodori e il sale.
  3. Lascia insaporire per qualche minuto, mescolando con un cucchiaio di legno, aggiungi 2 litri circa di acqua calda e poi puoi dimenticarti della pentola coperta su fuoco bassissimo per circa 2 ore e 30 mezzo (in caso evaporasse troppo l’acqua aggiungila via via, ma badando che risulti sempre piuttosto densa).
  4. Verso la fine della cottura della minestra, abbrustolisci le fette di pane, strusciale con un po’ di aglio per un gusto più deciso (ci piace!) e distribuiscile a pezzi in 4 piatti fondi.
  5. Sguscia le uova nella pentola nella quale sta cuocendo la zuppa, facendo attenzione a non rompere il tuorlo: non appena gli albumi avranno iniziato a rassodare, aiutandoti con un mestolo forato togli le uova e tienile in un piatto al caldo.
  6. Distribuisci la zuppa nei piatti fondi sopra le fette di pane, metti un uovo al centro di ogni piatto e condisci con un filo d’olio d’oliva extravergine.
  7. Completa con una generosa spolverata di pecorino stagionato grattato e servi caldissima.
Nota:


Minestra di sassi
A quei tempi i vagabondi giravano ancora per strada, vivendo di espedienti e astuzie per procurarsi quando possibile un pasto caldo che li sostenesse nelle notti gelate e senza luna. In quei giorni un vagabondo dallo sguardo arguto si aggirava per il villaggio, al limitare del bosco e nella radura di faggi. Incontrò una paesana, una povera  senza luna. In quei giorni un vagabondo dallo sguardo arguto si aggirava per il villaggio, al limitare del bosco e nella radura di faggi. Incontrò una paesana, una povera  vedova che viveva di stenti nella sua capanna vicino al fiume, e le chiese un po’ di benevolenza e di carità, una minestra calda e un posto per la notte. La povera donna accolse il vagabondo con un po’ di riluttanza, ma lo avvertì subito che di mangiare non c’era verso, la dispensa era vuota e anche lei non aveva niente di cui sfamarsi. Il vagabondo le disse che lui conosceva una ricetta magica, la minestra di sassi, per cui serviva solo un po’ d’acqua di pozzo e un sasso lucido preso dal greto del fiume. Metti una bella pentola d’acqua sul fuoco, nonnina, io penserò alla minestra. E così il vagabondo camminando su e giù lungo l’argine del fiume scelse un bel sasso grigio con le venature rosse, lo sciacquò e lo portò in cucina, dove un pentolone annerito dagli anni stava già sobbollendo sopra al fuoco del camino. Il vagabondò gettò il sasso in pentola e si sedette ad aspettare, sotto lo sguardo incredulo della vecchina, che con indifferenza si era messa a fare la calza accanto al camino. Nel silenzio interrotto solo dal crepitare del fuoco, il vagabondo disse, come tra sé e sé: Certo, che se avessi un po’ di sale la minestra verrebbe ancora meglio…E la vecchina, trascinandosi alla credenza, scovò un pizzicotto di sale grosso in fondo ad un vecchio barattolo. Il vagabondo aggiunse: certo che se avessi una patata, anche vecchia, la minestra verrebbe ancora più buona. La vecchina alla luce della fiaccola andò nell’orto dietro la  casa e tornò con una vecchia patata tutta raggrinzita ed una foglia di cavolo bruciata dal gelo dell’inverno. Non contento, il vagabondo, mentre rimestava la minestra di sassi, disse alla vecchina: e adesso, se solo avessi un vecchio osso di prosciutto, ti farei sentire che minestra buona verrebbe! La vecchina si ricordò del vecchio osso senza più polpa che teneva in dispensa e lo dette al vagabondo, che lo aggiunse alla minestra di sassi che, a dirla tutta, cominciava ad avere proprio un buon profumo. E adesso, nonnina, la minestra è pronta! se solo avessi un cantuccino di pane secco, ti farei. Ho capito, ho capito… lo interruppe la vecchina. Si alzò di nuovo dal suo sgabello di paglia, frugò in fondo alla madia e trovò un tozzettino di pane secco, dal quale tagliò due fettine fini fini, che mise in fondo al suo piatto e a quello del vagabondo. Il vagabondo versò un’abbondante porzione di minestra in ogni piatto, e si sedette a tavola con la vecchina per una cena saporita e calda. Alla fine, prima di andare a dormire nel fienile, si avvicinò al pentolone, raccolse il sasso magico, lo lavò, lo avvolse in uno straccio e lo mise nella credenza della vecchina: adesso, nonnina, ogni volta che avrai voglia di una buona minestra di sassi, non devi far altro che mettere a bollire il pentolone sul fuoco ed aggiungere il sasso magico! Buonanotte e grazie per la tua cortese ospitalità!
Acquacotta maremmana
Questa è una storia che è conosciuta in più versioni, a volte il viandante è un mendicante, a volte uno scaltro monaco… ma il succo della storia è sempre lo stesso: con poco poco si può davvero far qualcosa di buono, e si può intendere sia alla lettera, che fuor di metafora, visto che in questi giorni siamo a sognare in grande! La prima volta che ho sentito questa storia ho pensato subito all’acquacotta, una minestra tipica della Maremma, una zona della Toscana che in passato era davvero povera. Avete subito capito che anche questo piatto rientra a pieno diritto nella cucina povera toscana, insieme a tante altre preparazioni che hanno alla base il pane raffermo di qualche giorno e qualche verdura. E’ un piatto nomade, che ha seguito gli amiatini che in inverno si spostavano al piano, in Maremma, in cerca di lavoro e si portavano dietro pochi ingredienti, tra i quali non mancavano mai le cipolle. Gli ingredienti base dell’acquacotta sono infatti acqua, pane e cipolle.

Fonte: julskitchen